di Fortunata Romeo
“ Odio le etichette” dichiara
l’autrice Jeannette Winterson in un’intervista del 1990, al tempo della pubblicazione de “Il sesso delle
ciliegie” .
Rispettare
il suo desiderio di non essere catalogata è l’unico modo di comprendere la
natura di questo testo che va
assaporato, letto e riletto, senza preoccuparsi di metterlo in ordine .
Un libro in
cui si entra lasciando senza freni l’immaginazione, seguendo le divagazioni, i
salti spaziotemporali, il trasformarsi dei personaggi in un viaggio in cui non
mancano le occasioni per fermarsi a
riflettere.
La storia
inizia nell’Inghilterra del diciassettesimo secolo, con due personaggi principali,
un bambino trovato abbandonato in un fiume a cui viene dato il nome di Jordan e
la donna che l’ accoglie, gigantesca
addestratrice di cani, troppo grande e grossa per qualsiasi amore…
Sullo sfondo le vicende storiche della Londra di Cromwell, delle lotte tra realisti e puritani, un mondo di povertà e meraviglie, di sporcizia, peste e frutti esotici sbarcati con le navi di ritorno da nuovi mondi…
Una mondo sospeso tra realtà e sogno, tra l’andare e il restare, tra terra, mare e cielo.
La terra ,
il luogo del radicamento, della realtà pesante e sudicia, il mare l’ orizzonte
che suggerisce nuove possibilità , il cielo regno dell’immaginario, delle le
fiabe che s’intrecciano senza soluzione di continuità con le vicende reali.
In particolare delicata e struggente è la storia delle dodici principesse, quasi un libro nel libro: le vediamo ogni notte fuggire dai loro lettini per andare a visitare in una città sospesa in cielo, fino a che vengono scoperte e date in moglie a dodici fratelli…
Una di loro
però fugge il giorno del matrimonio, leggera s’aggrappa ad una fune e vola
verso il porto per salpare e non fare mai più ritorno, metafora del desiderio
di uscire dai ruoli prestabiliti , verso la libertà di una vita autenticamente
vissuta.
E’ lei
l’oggetto della ricerca di Jordan, che avendola intravista una volta di sfuggita,
se ne innamora e ne segue le tracce per
tutto il mondo.
Condotto
attraverso il tempo il lettore si ritrova spiazzato ai giorni nostri, riconosce
Jordan e sua madre in due personaggi contemporanei che ne riproducono le
fattezze e i gesti.
Come in un
eterno presente si manifestano al di là delle epoche gli stessi nuclei tematici
: terra, pesantezza, realtà, cielo,
leggerezza, immaginazione, femminile e maschile…tutto si mescola e si
connette..
E’ l’amore a tessere la tela, a unire gli opposti, a ricongiungere luoghi, tempi e persone, magari solo per un istante. E’ l’amore a operare miracoli , a permettere ad una madre minuta di reggere sulle spalle il peso insostenibile dell’enorme figlia, a scardinare gli ordini sociali tanto da essere bandito, a dare speranza..
Le
riflessioni filosofiche sull’amore e sul tempo scandiscono il romanzo
-“ E l’amore” le chiesi?” – Aprì le
braccia e tenne una breve lezione sulla vita delle stelle marine-
Domande a
cui nessuno da risposta, ma che conducono i personaggi fino alla soglia del
futuro nell’ epilogo,affacciati come su un tempo anch’esso inesistente in
quanto svanisce man mano che ci si avvicina e si tenta di afferrarlo… Il tempo del sogno, della rivoluzione , di
una rifondazione del mondo.
Il viaggio che
la Winterson ci ha portato ad immaginare è dunque viaggio verso il futuro,
verso l’amore, verso il sogno…un viaggio che nasconde altri viaggi senza nessun
definitivo approdo.
IL SESSO DELLE CILIEGIE
Jeannette Winterson
1999 Mondadori Editore
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