di Martino De Vita
Versi
in viaggio, verso un viaggio. Si viaggia per ricordare o si ricorda per
viaggiare. Il verso va libero come libero è il viaggiatore. Attraverso l’Europa
e l’Italia, la dimensione di Gianni si innalza nella visione completa di un
luogo forse già sognato, e poi raggiunto. L’anima si evolve, il pensiero scatta
uno scatto dietro l’altro.
Il rumore
del clic, quando si riesce a percepirlo, riempie una
landa desolata, un quartiere, un viso, una figura immortale, come l’immortalità
che trasmette visioni ancestrali.
Si va per il mondo a fantasticare il proprio mondo, a visitare una coscienza
oltre un io esaltato, o un io esaltante. Ci si compiace, ma si è anche tristi.
Volti avvolti dall’aria affannosa dell’esistenza, a volte. Ma poi tutto torna
in un’atmosfera quieta. I borghi, le via della propria città, i suoi monumenti,
l’attesa di una luce solenne per ritrarre l’attimo che fugge ciò che non dovrebbe fuggire.
I versi seguono un cammino
apparentemente casuale. I versi, quei versi, parlano a ognuno di noi che ha la
ventura di catturarli, e come loro seguono un percorso interiore. L’immagine non
è casuale. Si fugge e si ritorna, si alternano visioni non facilmente
catturabili.
L’obiettivo è l’obiettivo di un occhio fedele alle sue sensazione.
Fuggire, perché. Ma l’occhio non fugge; all’occhio non sfugge un vago sorriso,
un vago accenno d’ombra, città trasognate, oggetti mobili, come bersagli da
centrare.
Il miracolo di una foto, il miracolo di un oggetto meccanico, di un
digitare, di una lunga posa. E quella sensazione, quel mistero, è unico.
Ci si
muove, si fanno migliaia di chilometri, perché? È il poeta che lo vuole o il
volo di un verso libero, autonomo, che obbedisce solo a se stesso e s’innalza
nella coscienza di uno spazio, di un fruscio di vento, di un sorriso accennato.
Ma non è il vuoto a vincere il senso di gravità. La poesia va’, sublime come
un’onda percorrendo l’infinita parola dell’essere.
Poi, una lieve brezza, alle
spalle, ti fa rientrare. Eri smarrito, ma sei sempre ritornato a compiacere un’esistenza che forse, ora, non è
più quella.
Gianni Quilici. Versi in viaggio. Tra le righe. Euro 12,00
Nessun commento:
Posta un commento