17 aprile 2020

“La frontiera scomparsa” di Luis Sepúlveda




di Simona Fazzi
"Le storie non si limitano a staccarsi dal narratore, 
lo formano anche: narrare è resistere"
 João Guimarães Rosa

Il romanzo narra di un giovane cileno in cerca di se stesso, delle sue radici e di una frontiera scomparsa in tempi in cui la dittatura, la paura, il terrore non permettono più l'accesso a territori un tempo raggiungibili.
Che cosa è questa frontiera scomparsa? Dove porta? E grazie a chi il ragazzo ha incominciato a sognarla? Quali sono i compagni di viaggio? Qual è il prezzo da pagare? E quali sono i risultati di questa ricerca?

Molte storie si intrecciano in questo viaggio dal grande fascino, che attraversa Cile, Argentina, Ecuador, Colombia per approdare in Spagna. Un viaggio che ha fermate forzate anche in stazioni buie, luoghi di dolore, ma sempre è rischiarato dalla luce di un lampione, una luce fraterna, un chiarore che non fa disperare, come un sorriso che non abbandona, che resta, un sorriso che non si fa pianto né si fa ghigno. Un viaggio lungo, a tratti pesante, ma che non perde mai la grazia leggera del volo...È il volo di un uomo che ascolta la voce della sua incompletezza e vuole trovare un controcanto, cercare un'esistenza piena e di condivisione, di fratellanza

E Luis Sépulveda questo volo lo sa narrare con maestria, con la potenza della sua storia e della sua terra, delle sue radici, dei suoi incontri e con l'ironia feconda di chi ama e celebra la vita narrandola, perché narrare è resistere.


La frontiera scomparsa” di Luis Sepúlveda. Traduzione di Ilide Carmignani. Ugo Guanda editore.  


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