di Simona Fazzi
"Le storie
non si limitano a staccarsi dal narratore,
lo formano anche: narrare è
resistere"
João Guimarães Rosa
Il romanzo narra
di un giovane cileno in cerca di se stesso, delle sue radici e di una frontiera
scomparsa in tempi in cui la dittatura, la paura, il terrore non permettono più
l'accesso a territori un tempo raggiungibili.
Che cosa è questa
frontiera scomparsa? Dove porta? E grazie a chi il ragazzo ha incominciato a
sognarla? Quali sono i compagni di viaggio? Qual è il prezzo da pagare? E quali
sono i risultati di questa ricerca?
Molte storie si
intrecciano in questo viaggio dal grande fascino, che attraversa Cile,
Argentina, Ecuador, Colombia per approdare in Spagna. Un viaggio che ha fermate
forzate anche in stazioni buie, luoghi di dolore, ma sempre è rischiarato dalla
luce di un lampione, una luce fraterna, un chiarore che non fa disperare, come
un sorriso che non abbandona, che resta, un sorriso che non si fa pianto né si
fa ghigno. Un viaggio lungo, a tratti pesante, ma che non perde mai la grazia
leggera del volo...È il volo di un uomo che ascolta la voce della sua
incompletezza e vuole trovare un controcanto, cercare un'esistenza piena e di
condivisione, di fratellanza
E Luis Sépulveda questo
volo lo sa narrare con maestria, con la potenza della sua storia e della sua
terra, delle sue radici, dei suoi incontri e con l'ironia feconda di chi ama e
celebra la vita narrandola, perché narrare è resistere.
La frontiera
scomparsa” di Luis Sepúlveda. Traduzione di Ilide Carmignani. Ugo Guanda editore.
Nessun commento:
Posta un commento