nota di Gianni
Quilici
Questa foto
scattata dal fotografo ungherese Martin Munkacsi (1896-1963) considerato ai
suoi tempi uno dei più famosi e pagati fotoreporter del mondo, morto però
povero e dimenticato (così va la vita ), è famosa per due ragioni.
La prima e
decisiva è la foto in sé.
Raramente è stata
espressa così efficacemente la pura e semplice gioia in uno scatto.
Perché è una gioia
adolescenziale e fisica, nuda e primordiale, immediata e collettiva con una
motivazione viva: la corsa verso un orizzonte seducente, appena fatto
baluginare, l’acqua di un lago, il lago Tanganica, in Liberia.
Osservando con
sguardo più analitico l’immagine si possono cogliere alcuni dettagli che sviluppano
ancora di più il vigore espressivo dello scatto.
Innanzitutto la
disposizione dei ragazzi in corsa, colti senza sovrapposizioni a formare quasi
un triangolo, con al vertice il primo
ragazzo, con la mano sollevata quasi salutasse inebriato l’impatto con l’acqua;
ed ancora più vibrante il ragazzo in
primo piano: corpo ondeggiante e piede
sollevato nella corsa. Infine l’elemento cromatico: le silhouette dei ragazzi
nudi e neri, che correndo si stagliano contro la spuma bianca e schiumosa
dell’onda del lago, illuminata dal sole.
E’ una di quelle
foto, in cui tu riesci a fermare l’istante o altrimenti sei fregato; ciò che
hai visto non c’è più. Munkacsi non ha avuto tempo di pensare. L’ha intuita e
l’ha realizzata con una buona dose di fortuna, necessaria sempre, in queste
situazioni.
Non a caso, ed è
la seconda osservazione, che Cartier-Bresson fu colpito da questa immagine,
tanto da abbandonare la pittura e a trasformarsi in fotografo.
Scrisse, infatti,
il grande fotografo francese: “Per me è stata la scintilla che ha acceso il mio
entusiasmo. Ho capito improvvisamente che la fotografia, catturando l’istante,
poteva raggiungere l’eternità. E’ stata l’unica foto che mi abbia influenzato:
ha una tale intensità, una tale gioia di vivere, un tale senso di meraviglia, che
ancora mi affascina”
Martin Munkacsi.
Liberia lago Tanganica. 1931.
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