03 gennaio 2022

" Impalcature" di Mario Benedetti

 

di Giulietta Isola

         “Nelle mie più frequenti depressioni, non riesco ad attingere a quelli che alcuni chiamano ‘risorse morali’. Le cerco e non le trovo.”

        Le dittature non finiscono mai, lasciano ferite e dolori insanabili, rimangono nelle memoria di chi ne è stato vittima, i sopravvissuti sono marchiati, in qualche paese del Sudamerica continuano a far rabbrividire anche quando sono finite.

         Mario Benedetti parla , nel bellissimo Impalcature, di quella in Uruguay e di un ritorno a casa dopo la sua fine. Una lettura che richiede un lettore attento e disposto a lasciarsi trascinare dal flusso di ricordi dello scrittore uruguaiano. 

       Il protagonista Javier ritorna nella sua patria dopo aver patito un esilio politico all’avvento della dittatura militare di Juan Maria Bordaberry che governò con violenza l’Uruguay per 12 anni a partire dal 1973. La trama del romanzo non è importante, è solo uno strumento, una sorta di impalcatura utilizzata per disegnare una vicenda esistenziale complicata fatta di distanze, conflitti famigliari e ostacoli sentimentali. 

        Benedetti descrive il rientro di Javier dalla Spagna, ma nelle pagine incontriamo molti altri personaggi: la moglie Raquel, la figlia Camila, il compagno politico Fermìn, il nuovo amore Rocìo, il maestro/padre don Angelo, la madre Nieves, i controversi fratelli Gervasio e Fernanda e Saul Béjarano, colonnello in congedo, che torturò l’amico Fermìn e che ha un ruolo speciale.

        L’autore non manifesta ostilità verso coloro che sostennero la brutalità della dittatura, indaga l’animo dei carnefici e riporta a galla i problemi irrisolti che con gli anni si sono trasformati in ordigni pronti all’autodistruzione. Il colonnello Bejarano vuole incontrare le vittime per spiegare le proprie ragioni e comprendere obbiettivamente l’entità delle azioni passate, ma nonostante il tempo trascorso, vittime e carnefici non riescono ancora a guardarsi negli occhi. 

        Se da una parte il colonello è in preda alla disperazione e senza speranza di fronte al buco nero del passato ,dall’altra c’è Javier che affronta i suoi ricordi e non cede all’oblio perché ricordare è un gesto di sopravvivenza. Egli non cede alla paura, ritorna dall’esilio spagnolo per ritrovare le sensazioni originarie delle sua patria e della città natale Montevideo, per ritrovare amicizie e relazioni, ma è costretto ad accorgersi che queste sono mutate: “Non sarà che con gli anni ci siamo andati separando, abbiamo perso coesione e affinità? Sono successe tante cose”, i residenti di Montevideo hanno cambiato mentalità a causa degli strascichi delle persecuzioni militari. 

       Benedetti è stato in esilio circa 10 anni e, come molti, ha incontrato storie, culture e lingue che lo allontanarono dal suo Uruguay, al rientro in patria trovò un altro se stesso e un paese diverso e, nonostante il desiderio del ritorno, difficoltà e smarrimento furono i sentimenti dominanti. Tornare nel proprio paese è un’emozione difficile da definire, quando si è stati espulsi, cacciati, esiliati, quando si è dovuto fuggire si è perso qualcosa, non si è più interi e non lo è Javier, alter-ego di Benedetti, la cui vita è spezzettata dall’esilio, una parte nel vecchio paese, qualche pezzo nel luogo nuovo e sconosciuto, quel che resta in una valigia. 

        Impalcature non è un vero e proprio romanzo né un’autobiografia, è il racconto di un esule che dopo anni di assenza forzata torna a Montevideo con un bagaglio confuso in cui si mescolano speranza, rimorsi, solitudine e malinconie, ma è anche la storia di tanti uomini e donne che sono quasi sempre soli e faticano a riconoscersi. 

        Sono 75 le impalcature che costruiscono un racconto profondo ed ironico, di struttura in struttura incontriamo personaggi che sono persone reali, spaesate, cambiate, desiderose di ricordare, di rivivere, ma anche di cancellare e dimenticare. Le pagine sono ricche di dolore e di una paura particolare difficile da scrollarsi di dosso, una paura che rimane nella pelle anche quando si è lontani, anche se sono passati anni, ma c’è anche speranza e positività, c’è la forza dei sentimenti e dell’amore ad illuminare le tenebre di un passato ingombrante e c’è la visione di Benedetti sulla dittatura nel suo tormentato Paese fra precipizi, obli, ritrovamenti, derive, memorie, dubbi, profondi silenzi, e domande i su ciò che si è stati, su quel che si diventa, su come si è sempre soli, e su come ognuna di queste solitudini sia diversa. “Da molto tempo la paura è parte della nostra vita quotidiana. Credo che non ci libereremo mai da questa inibizione.” 

Una lettura molto bella.

IMPALCATURE. IL ROMANZO DEL RITORNO di MARIO BENEDETTI. NOTTETEMPO editore

 

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