02 agosto 2022

"Quest'estate torrida e ventosa" di Andrea Appetito

 

foto di HENRI CARTIER-BRESSON

di Andrea Appetito

       Quanto pesa il vuoto? Quanto è presente l’assenza?

Quest’estate torrida e ventosa è preludio a un futuro di fuochi ed è già colma di cenere.

Sul dorso degli oggetti familiari, tra le pieghe azzurre del mattino si aggirano gli echi degli alberi e le complicità evaporate.

Un giovane corvo scruta il vallone ai piedi dell’abbazia poi lo sguardo corre dalla merlatura della fortezza fino al mare e si dilegua nell’acqua del mattino.

I Monti Tiburtini sono un olimpo di luce e Roma è un miraggio metallico percorso da avvisaglie di nuovi roghi. Il fuoco ha riarso la steppa, scrive Po Chü-i, ma non l’ha estirpata. Dovremmo fidarci di più delle radici sotterranee, ma capisco il timore diffuso.

Anche io ho paura del buio e delle larve. Il canto mattutino dei monaci riuniti nel coro dell’abbazia ripete solennemente Kyrie eleison, mentre le assenze costeggiano il presente e tendono le palme bianche delle mani al volo degli uccelli.

Anche noi siamo assenti per loro, ci lega un amore asintotico al quale è giusto non essere fedeli almeno fino alle stelle della sera.

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