07 agosto 2022

"Viaggi a fior di pelle" di Giovanna Baldini,

  

La dimora e il viaggio

 di Luciano Luciani

         I TEMPI: dagli anni “poveri ma belli” all’esaurirsi del secolo scorso. I LUOGHI: quel lembo della Toscana interna compresa tra le province di Pisa e Firenze. Territori di antica civiltà e forti tradizioni comunitarie e socialiste, oggi conosciuti dai più sotto la dizione di “Distretto” o anche “Comprensorio del cuoio”. 

       I PROTAGONISTI: una generazione di giovani uomini con ancora addosso, nel corpo e nell’anima, le ferite dolorose di una guerra terribile appena terminata. Poco più che ragazzi, ventenni o giù di lì, affamati e intelligenti, tenaci e intraprendenti, seppero trasformare le abilità e le competenze di un artigianato locale, che aveva già un secolo e mezzo di storia, in un’offerta qualificata di beni capace di aprirsi ai mercati nazionali e internazionali. Versatili ed esperti anche nella difficile arte di amministrare la cosa pubblica furono poi anche all’altezza di governare i tumultuosi processi economici, sociali e culturali che ne derivarono.

       IL NARRATORE, o meglio LA NARRATRICE: Giovanna Baldini, della quale, un paio di anni fa, abbiamo letto le limpide pagine di Una volta qui era tutta campagna, piccolo gioiello di scrittura autobiografica ma capace di allargare lo sguardo da sé e dalla propria famiglia a un’intera comunità: quella di Ponte a Egola, frazione di San Miniato, “capitale” del Distretto conciario o Comprensorio del Cuoio. Un’area toscana dalla intensa vita industriale, commerciale, civile e dall’ elevato tenore di vita, fondato sulla lavorazione delle pelli e la commercializzazione dei prodotti finiti.

       Ma non è stato sempre così e l’Autrice ne ricostruisce le fasi aurorali da un originale punto di vista: quello della figlia che segue con occhi pieni di stupore le attività del padre che, da amministratore locale - è stato sindaco di San Miniato dal 1958 al 1960  - si trasforma in un operoso mediatore commerciale e imprenditore capace di pensare le tradizionali attività locali in una dimensione più ampia, addirittura internazionale. È la sua una narrazione sentimentale costruita sulle memorie personali dei racconti paterni di quelle vere e proprie spedizioni ai quattro angoli del mondo, sempre faticose e stranianti, talora anche pericolose, e sui pochi documenti rimasti di quelle imprese: vecchi passaporti, ricevute di alberghi, biglietti aerei, piccoli regali esotici per la moglie e le figlie… Non trascura, l’Autrice, la descrizione umana e caratteriale dei collaboratori e soci in affari del padre, ognuno destinato in un breve volgere di tempo a trasformarsi in un amico a tutto tondo, la cui eco di umanità perdura ancora adesso, e aneddoti buffi circa lo spaesamento di quegli apprendisti uomini d’affari all’estero, che più estero non si può: i cibi immangiabili, gli abiti inadatti ai climi diversi, le lingue sconosciute…

       Al tema della dimora, i cari luoghi natii della fanciullezza e dell’adolescenza, propri di una Toscana pre-boom economico e ancora per tanti versi rurale, l’Autrice sostituisce, a poco a poco, quello del viaggio: uno, il primo, compiuto personalmente, a Lourdes, il luogo per eccellenza del pellegrinaggio cattolico, riguardato con uno sguardo incuriosito e già laico; gli altri, ai quattro angoli del mondo, Africa, Asia, Australia, America Latina, seguendo il filo delle narrazioni di Bènito, il padre, novello Marco Polo. Viaggiatore non più ormai sulla via della seta, ma alla ricerca delle pelli di migliore qualità e resa da acquistare a condizioni economiche più vantaggiose per alimentare un’industria locale sempre più proiettata in una dimensione internazionale.

       E non manca, l’Autrice di recuperare alla memoria anche un agosto senza padre: quello di oltre sessant’anni or sono quando il capofamiglia è chiamato a far parte della delegazione italiana al Festival della Gioventù di Mosca, capitale del comunismo mondiale: alla ricerca di un mondo diverso, di una società migliore e organizzata in maniera più giusta, di una più fraterna e solidale umanità… Le cose, com’è noto si sono poi sviluppate in tutt’altra direzione, ma Bènito, l’eroe di queste pagine, ha continuato a crederci, magari ridimensionando un po’ gli orizzonti del possibile e le aspirazioni forse troppo segnate dall’ideologia: per esempio, mantenendo nella testa e nel cuore un’idea di benessere familiare e la possibilità di offrire occasioni di lavoro e crescita sociale ed economica per la propria gente e il proprio territorio. Senza perdere mai di vista gli interessi dei popoli lontani che, da queste nuove relazioni industriali e commerciali, hanno potuto ricavare e ricevere non poche opportunità di conoscenza e di sviluppo.

       Racconta bene, Giovanna Baldini e, in maniera come suo solito cordiale e fruibile, ci partecipa questa piccola epopea della storia recente, meritevole di essere riproposta alla memoria dei più giovani, ripensata e riguardata con l’ammirazione dovuta a chi “fece l’impresa” e il rispetto, grato e imprescindibile, per i “padri fondatori”.

Giovanna Baldini, Viaggi a fior di pelle. Memorie familiari del Comprensorio del cuoio che si apre al mondo, ETS, Pisa 2022, pp. 86, Euro 11,00

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