di Marigabri
“Era una donna tranquilla, gradevole,
senza pretese. Di modi amabili, una certa timidezza la ostacolava nei rapporti
sociali: timidezza comprensibile, perché la vita di piantagione è solitaria; ma
a casa propria, e tra gente che conosceva, era al suo modo quieto una persona
deliziosa.”
Eppure, questa pacata signora
benpensante e borghese ha ucciso un uomo a bruciapelo. Voleva violentarla,
dice. Legittima difesa dunque.
Ora, apparentemente tranquilla, attende
in carcere che venga svolto un rapido processo e autorizzata la sua
liberazione.
Sono gli anni Venti, lei è una donna
inglese che vive in Malesia, allora colonia dell’impero britannico. L’esito
dunque è scontato.
E invece no. L’avvocato difensore viene
a sapere che esiste una lettera. Scottante e pericolosa perché può ribaltare
completamente l’esito del processo.
Allora, che fare?
Incalzante, brillante, e crudele come
non mai, Maugham ci avvince alla lettura di questo racconto: breve, teso e
semplicemente perfetto.
W. Somerset Maugham. La lettera. Adelphi.
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