23 gennaio 2024

  

di Marigabri

“Era una donna tranquilla, gradevole, senza pretese. Di modi amabili, una certa timidezza la ostacolava nei rapporti sociali: timidezza comprensibile, perché la vita di piantagione è solitaria; ma a casa propria, e tra gente che conosceva, era al suo modo quieto una persona deliziosa.”

       Eppure, questa pacata signora benpensante e borghese ha ucciso un uomo a bruciapelo. Voleva violentarla, dice. Legittima difesa dunque.

       Ora, apparentemente tranquilla, attende in carcere che venga svolto un rapido processo e autorizzata la sua liberazione.

      Sono gli anni Venti, lei è una donna inglese che vive in Malesia, allora colonia dell’impero britannico. L’esito dunque è scontato.

     E invece no. L’avvocato difensore viene a sapere che esiste una lettera. Scottante e pericolosa perché può ribaltare completamente l’esito del processo.

    Allora, che fare?

    Incalzante, brillante, e crudele come non mai, Maugham ci avvince alla lettura di questo racconto: breve, teso e semplicemente perfetto.

W. Somerset Maugham. La lettera. Adelphi.

 

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