19 aprile 2020

“Il cane di Benares” di Ferdinando Scianna


nota di Gianni Quilici

“Perfetto” penso al primo sguardo.
Il cane  che si avvita forse per mordersi la coda in una postura bizzarra nella sua contorsione, con la coda arricciolata, sorreggendosi su una zampa soltanto, mentre l’altra pare sparita.
Lo spiazzo piastrellato e disordinatamente disegnato, che si affaccia sulle acque del Gange con un cielo vagamente inquietante… una nuvolaglia scura e pennellate con squarci di luce.

Una foto, mi viene da pensare, teatrale.
Un palcoscenico, l’attore, lo sfondo scenografico.
Pochi elementi e essenziali.
Ma è soprattutto l’attore, il cane di Benares che si imprime visualmente. Indimenticabile!

Come ha detto Ferdinando Scianna: “Questo è il tipo di “azzardo obiettivo” , molto raro, che da quasi mezzo secolo inseguo facendo fotografie. Una folgorazione ragionata in tempo reale".

Ferdinando Scianna. Benares. India 1972 






1 commento:

Bianca Mannu ha detto...

Non so se è teatrale. Penso sia simbolica della condizionr animale e umana. È come se quel cane nella sua magrezza e contorsione, più che un individuo di una specie, simbolizzi quella porzione di viventi che dell'umano ha rimediato la solitudine e la spoliazione sistematica.