09 giugno 2020

"Indagini parallele" di Beppe Calabretta


                                             Due nuove indagini per Bruno Carcade

 di Luciano Luciani

Il romanzo di indagine o poliziesco o giallo, come si ostinano a chiamarlo, unici al mondo, gli italiani, gode sempre di buona salute. Lo dimostra una letteratura che, anche rimanendo solo nel Bel Paese, si va facendo davvero sterminata.

Infatti, ai best seller di Carlotto, Lucarelli, Manzini, Simi, Robecchi, tanto per citare gli autori più noti e letti, e ai loro protagonisti, bisogna aggiungere non pochi eroi di fortunate fiction televisive che, sconosciuti o quasi sulla pagina scritta trovano sul piccolo schermo la loro occasione per un’improvvisa, imprevista notorietà.

Una pattuglia che poi diventa legione grazie ai numerosi “indagatori locali”, il cui agire investigativo prescinde dalla dimensione metropolitana e preferisce concentrarsi sulle dinamiche delle piccole città di provincia, che oggi pullulano di ispettori, private eye, ufficiali e sottufficiali della Benemerita, magistrati e giornalisti tutti impegnati nella lotta per la difesa della legalità e nel ristabilimento degli equilibri civili e umani infranti dal ricorso alla violenza e al male.

Si inserisce a pieno titolo in tale narrativa il personaggio seriale di Bruno Carcade, creato dalla fervida fantasia di Beppe Calabretta che fa della Toscana, e segnatamente di Lucca, lo scenario più adatto alle sue storie, personaggi e protagonisti. Così accade anche nel suo ultimo romanzo, Indagini parallele, appena pubblicato nella Collana Nero, per Tra le righe libri, dove la dimensione più raccolta della provincia non impedisce all’Autore di trattare temi tra i più spinosi della nostra contemporaneità: l’esistenza di poteri criminali ben annidati tra le stesse istituzioni; un’abitudine diffusa alla illegalità, fattasi ormai senso comune, che avvelena i settori più fragili della società sempre in bilico tra lecito e illecito; la presenza, per fortuna, di uomini e donne dello Stato onesti, leali, lungimiranti, che, senza apparire, svolgono un lavoro prezioso per la tenuta democratica per la nostra società.

È grazie a loro, alla loro intelligenza e al loro senso del dovere se due indagini parallele, appunto, perché non s’incroceranno – quasi – mai, riusciranno a trovare una soluzione positiva. E, dopo un’iniziale, tradizionale brancolare nel buoi da parte degli inquirenti, lo strappo inferto al tessuto civile, dagli operatori del malaffare sarà finalmente ricucito e i colpevoli assicurati alla giustizia. Ma non è stato facile, per niente. Complesse le indagini che portano Carcade a Firenze a misurarsi con una losca e inquietante “trama nera”, mentre Claudia Bellini, un personaggio progressivamente cresciuto nella penna dell’autore, sino a divenire oltre che commissario capo della Squadra Mobile lucchese la coprotagonista di queste Indagini parallele, se la deve vedere con un atroce delitto, i cui moventi portano lontano, addirittura nell’Africa tormentata dei nostri giorni.

Tagliato secondo i modi di una veloce sceneggiatura cinematografica, che del grande schermo riprende alcuni eccessi di speditezza e talune semplificazioni, il romanzo di Calabretta si legge volentieri e cattura l’attenzione del Lettore sino alle ultime pagine, quelle del disvelamento dei misteri e della punizione dei cattivi.

Non inganni, però, l’apparente, ottimistico happy end: se alcuni enigmi sono stati almeno in parte risolti, le ragioni remote del Male, dei suoi poteri e della sua pervasività rimangono oscuri e la sua forza appena scalfita. Ce n’è per un altro romanzo o forse due. Buona scrittura, Beppe Calabretta.


Beppe Calabretta, Indagini parallele, Collana Nero, edizioni Tra le righe libri, pp. 180, euro 15,00

 

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