di Simona Fazzi
Forse
la magia, l'innamoramento, la meraviglia, scattano quando qualcosa, o qualcuno,
riesce a rapirti e a riportarti in zone di te che avevi ignorato, dimenticato,
solo presagito...È quello che è successo a me inaspettatamente quando mi son
trovata davanti, tanti anni fa, a questo affresco.
Le figure di Piero sono sempre solide, solide e apparentemente silenziose come statue. L'atmosfera è sempre sospesa, la scena immobile e perché tutto possa cominciare a muoversi, ed ogni soggetto animato o inanimato riveli la sua voce, il suo buio, la sua luce, c'è bisogno di guardare attentamente e attendere. Prima o poi verrai assorbito.
Prendiamo
per esempio, in questo affresco, la figura del Cristo: i suoi occhi tondi,
quasi da pesce dopo un po' che li osservi diventano ipnotici, magnetici e ti
conducono esattamente là dove essi sono stati e là dove adesso sono, in quella
precisa dimensione.
Chi è quest'uomo che esce dal sepolcro? Più che un dio sembra un guerriero che è stato ferito ma che ha vinto la sua battaglia, anche se ne porta i segni sul corpo e sicuramente anche nell'animo. Non ha niente di glorioso, maestoso, esaltante, teatrale eppure la sua grandezza comincia ad arrivarti e ad invaderti piano piano...
È un uomo che ha fatto un lungo viaggio, un viaggio verticale, è un uomo che ha fatto un viaggio verticale, mentre compiva il viaggio orizzontale. Non è più semplicemente un uomo, è un uomo rinato, è un uomo diverso. È un uomo consapevole, adesso è un dio. E guarda come dormono i soldati a guardia del suo sepolcro! Guarda come sono armati, ma completamente ignari di tutto! Guarda come sono fragili nella loro ignoranza, nella loro cecità!
Sullo sfondo anche la natura rivela ciò che accade quando si vive in una dimensione o nell'altra, e questo particolare forse fa da specchio all'immagine principale e ne rafforza il messaggio: sullo stesso paesaggio ci sono due alberi, uno è vegeto e frondoso, l'altro completamente spoglio....E tanto altro...
Piero della Francesca. Resurrezione di Cristo. Affresco e tempera, 1467 circa. Sansepolcro, Museo Civico.
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