02 dicembre 2022

"Gli anni" di Annie Arnaux

 

 


Sulle ali del tempo

di Marigabri

       E' un viaggio che attraversa gli anni, quello di Annie Ernaux, una delle voci femminili più originali del nostro panorama letterario (oggi ufficialmente riconosciuta).

       E' un viaggio nei particolari della memoria, nello sguardo agli oggetti: vissuti, usati e abbandonati; è l'incontro con frastagli di ricordi, tra le foto ingiallite e le voci rievocate, dentro la Storia che si fa e si dis-fa, con le sue illusioni perdute e sogni infranti; è il susseguirsi irredimibile delle generazioni che si avvicendano, lasciano la loro debole traccia, svaniscono. Un volo intorno e dentro al secolo breve: quel secolo veloce e tremendo che tutti, chi prima chi dopo, abbiamo attraversato.

       “Abbiamo solo la nostra storia ed essa non ci appartiene” recita la citazione in epigrafe di Ortega y Gasset, e il tentativo (riuscito) di Ernaux è quello di farne l'autobiografia di tutti, collegando la propria singola storia di individuo a quella collettiva, a partire dal secondo dopoguerra in poi.

       Dunque frammenti, dunque fotogrammi: uno stile a cui bisogna abituarsi, a cui non bisogna resistere, da cui si finisce per cadere ammaliati, fatalmente innamorati.

       La sfida più significativa di Annie Ernaux è quella dello stile, dell'individuazione, come direbbe Jung: ovvero il percorso evolutivo che porta un io a liberarsi dai condizionamenti esterni e, sperimentando, a diventare se stesso, portando la propria voce, la propria unicità, nel mondo. E grazie al quella voce il mondo sarà più ricco, più pieno, più articolato.

       Una dichiarazione di intenti che la stessa scrittrice esprime nelle ultime pagine del viaggio: "Sarà una narrazione scivolosa, in un imperfetto continuo, assoluto, che divori via via il presente fino all'ultima immagine di una vita […] In quella che vede come una sorta di autobiografia impersonale non ci sarà nessun “io”, ma un “si” e un “noi” , come se anche lei, a sua volta, svolgesse il racconto dei tempi andati".

        Nel solco della più radicata tradizione del romanzo francese della memoria, quella del tempo perduto e ritrovato di Proust, il volo di Ernaux si libra per "Salvare qualcosa del tempo in cui non saremo mai più".

        E miracolosamente ci riesce, rispondendo anche a una domanda cruciale: che cos’è la Letteratura?

       Alla fine dell’immersione nella tessitura di questo capolavoro possiamo rispondere:

  È la scrittura in grado di salvare, restituendola al mondo, la luce unica e particolare delle cose perdute.

 Annie Ernaux. Gli anni.L'orma.

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