24 dicembre 2022

"Rossa e plebea" di Luciano Luciani

 


Rossa e plebea
: pagine autobiografiche di Luciano Luciani

 Ladro di bicchieri nella notte di San Ranieri

di Giovanna Baldini

       Pagine autobiografiche, che raccontano di una formazione sentimentale e politica, l’ultimo libro di Luciano Luciani, Rossa e plebea. Pisa, mezzo secolo fa, Carmignani Editrice, 2022. Esse si concentrano su quel segmento di vita che abbraccia la fine della giovinezza e degli studi e le scelte lavorative a venire; anni che furono per lui e per quelli della sua generazione “formidabili”, connotati com’erano dall’impegno politico, dalla voglia di cambiare le cose, di migliorare il mondo, o, più modestamente, la società italiana attraverso l’educazione, l’istruzione e la scuola accessibili a tutti.

       Pisa, allora, era una città stimolante che viveva un grande fermento creativo e che nelle aule delle sue Università ospitava le menti più brillanti della cultura e della politica. Anche se, come si legge nel libro, l’autore conosceva appena l’esistenza della città della Torre pendente e furono solo il caso o il destino a metterlo in contatto, lui che proveniva da Roma caput mundi, con la realtà toscana. È, dunque, qui, a Pisa, mezzo secolo fa, come recita il sottotitolo, che Luciani, in fuga dalla sua città e migrante, si misura con se stesso e con le difficoltà del quotidiano: trovare casa e un lavoro dignitoso, contando solo sulle proprie forze e sull’amicizia generosa e sincera di alcuni studenti calabresi. Con loro condivise, addirittura, il furto di qualche decina di vetri infrangibili della Luminara di San Ranieri, patrono della città, un 16 di giugno: il primo servizio di bicchieri della sua vita!

       Tante le sconfitte e non pochi i malumori professionali e personali: mai, però, la rinuncia, l’abdicazione a un sogno di autonomia, la speranza in un futuro migliore per sé e per gli altri. Questo raccontano le pagine del libro insieme anche ai modesti successi e alle rare soddisfazioni, ottenute grazie alla solidarietà e alla partecipazione di molti compagni di strada e di Partito. 

       Era pieno di idee il giovane Luciani e non si arrendeva: come quando pensò di fare “qualcosa di sinistra”: per esempio, un doposcuola per i figli delle famiglie proletarie nei locali della Casa del Popolo della Cella, quartiere popolare alla periferia sudest di Pisa. Un’iniziativa che si rivelò capace di coinvolgere il fior fiore dell’intellighenzia pisana per aiutare i figli degli operai che la scuola pubblica maltrattava e umiliava. I bambini erano svogliati, i genitori disattenti, i voti sulle pagelle pessimi… Fu un’esperienza davvero fuori dall’ordinario: non solo i ragazzi alla fine furono promossi e i genitori tirarono un sospiro di sollievo, ma quei professori improvvisati toccarono con mano il significato vero, concreto, di espressioni come “selezione di classe”, che, fino a quel momento, avevano solo letto nelle pagine illuminanti e profetiche di don Milani.

       E poi le mitiche feste dell’Unità della periferia pisana, di cui l’autore dà un resoconto minuzioso: dalle specialità culinarie toscane preparate dalle compagne della Cella, al ballo, alla lotteria con un prosciutto in palio, al gioco del porcellino… Vengono, poi, riproposte all’attenzione del lettore anche iniziative pubbliche che ebbero allora una certa risonanza: il campeggio per adolescenti a Zeri, in Lunigiana, promosso dall’Amministrazione provinciale di Pisa e il soggiorno per anziani sulla Riviera romagnola, voluto dal Comune di San Giuliano. E Luciani sempre lì, presente, a partecipare.

      Accanto a tutto questo il libro non sorvola sulle battaglie politiche, le proteste degli studenti e degli operai, non dimentica l’aria di cambiamento che si respirava a Pisa in quegli anni, come il diritto allo studio, al lavoro, alla salute. Anni belli e duri, ma soprattutto belli, come ci appaiono oggi guardando tra le pagine alcune foto di manifestazioni che immaginiamo piene di striscioni colorati e di bandiere rosse.

       Tempi forse confusi, ma indimenticabili, che, poi, con gli anni di piombo diventarono terribili e bui. Ma a quel punto, il nostro protagonista, inquadrato nei ruoli della scuola, si è fatto professore… Non ha smemorato, però, a tutt’oggi, cosa accadde a Pisa, rossa, plebea e proletaria cinquant’anni prima. Quelle vicende e quei personaggi nessuno, per quanto ne so, è riuscito a raccontarle così bene come Luciano Luciani, che è romano e vive a Lucca.

Luciano Luciani, Rossa e plebea. Pisa, mezzo secolo fa, Carmignani Editrice, Pisa 2022, pp. 138, euro 15,00

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