12 dicembre 2014

"Camminando" di Eva Scatena



Camminare perché camminando non ci si prende troppo sul serio. Camminare anche con il male alle gambe. Camminare guardando dentro e avanti. Camminare nella città, sentendo che è un pezzo di noi che ci accoglie. Camminare dentro la notte e nei colori sul bagnato. Camminare tra un lampione e l’altro, mettendo i piedi in pozze di buio, nero come l’assenza che a volte si sente. Camminare tra un desiderio e una quiete. Camminare oltre il dicibile, perché c’è sempre qualcosa che si può dire solo a una persona, e magari nel momento giusto non c’è. Camminare immersa nell’aria e pensarsi come impronte di volume che si susseguono. Camminare prima nella luce e poi man mano nell’ombra. Camminare senza una meta sapendo che si arriverà. Camminare perché adesso tutti corrono e chissà cosa facevano quando non si correva. Camminare in tondo e scoprire la spirale. Camminare su un ciglio in equilibrio, per gioco e per scommessa, pronti comunque a ridere. Camminare senza pestare le commessure delle pietre come da bambini.  Camminare pestando le commessure con indifferenza apprensiva. Camminare finché i piedi bollono e continuare. Camminare annusando i profumi che ci avvolgono. Camminare sentendo nell’aria la pioggia che arriva. Camminare veloci perché il pensiero è veloce. Camminare lentamente e fermarsi senza vedere nulla di ciò che si fissa perché il pensiero si è fermato, ha preso ciò che da troppo scappava via ed ora gli pare di aver capito tutto. Camminare da soli o in compagnia sapendo che un po’ si è sempre soli. Camminare parlando e raccontare ciò che c’è attorno: Camminare perché è a misura d’uomo, anzi no è a misura di bellezza. Camminare sui sassi con le scarpe buone. Camminare fino all’acqua e poi entrarci dentro. Camminare fuggendo qualcosa. Camminare cercando qualcosa. Camminare e restare fermi. Camminare cercando di mettere in ordine un amore. Camminare nell’amore senza alcun pensiero che non sia per lui. Camminare per sviluppare il senso dell’ironia. Camminare mentre fa freddo o caldo, sapendo che è camminare che conta. Camminare ascoltando quello che c’è da ascoltare e non è negli auricolari. Camminare guardando le spalle di chi sta davanti e pensare che chi cammina protegge non colpisce. Camminare perché abbiamo un’ombra ed è ciò che resta della luce che ci attraversa.

Camminare fino a ciò che non si vede,
che non si pensa,
che non si è mai sentito prima,
che non si sapeva di avere eppure lo si sapeva.

Da qualche parte.

Camminare fino al limite del conosciuto
 e trovarci dove sempre ci siamo aspettati.


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