Viaggiare vuol
dire disporsi alla scoperta, aguzzare gli occhi, percepire gli oggetti,
facendoli divenire, laddove è possibile, soggetti.
Così decido. Vado
a pochi chilometri da dove vivo, in una frazione, Padule, dove sono stato molti anni fa.
Uno degli scopi,
se vogliamo banale, è verificare se la strada che attraversa una zona paludosa,
è stata asfaltata, perché vorrei poi
farla con la bici da corsa.
Arrivo a Porcari, imbocco
la strada giusta che porta a Padule.
Strada dritta,
sottopassaggio ferroviario, un rio, Fossanova credo, pieno d’acqua, che scorre
sul lato destro della via con ponticelli, che l’attraversano. Le case della
frazione sono allineate lungo la strada, case coloniche per lo più
ristrutturate e tinteggiate di bianco, con qualcuna fatiscente abbandonata a se
stessa.
foto gianni quilici |
Ed è proprio al
lato di una di esse che mi fermo.
La vediamo
nell’immagine: cadente e diroccata, vista da lontano ha però il fascino del
tempo con la capanna di mandolato, i piani alti delle soffitte, gli alberi
davanti e dietro, i prati d’intorno, lo
slancio del ponticello, che consente il passaggio dalla strada.
foto gianni quilici |
Ma è andando
avanti per pochi metri che si incontra una corte stretta da un lato dal rio (ricco
d’acqua) e dall’altra da distese di prati
che arrivano sulla collina, su cui si adagia San Ginese, una frazione
del comune di Capannori e al Monte Serra.
foto gianni quilici |
Una corte al tempo
stesso significativa e originale. E’ inconsueto trovare, infatti, nel centro di
essa, un palazzo con lo stemma, una scala esterna che sale dai due lati ed una
deliziosa altana. In fondo alla corte, inoltre, colpisce la casa di un giallo
Van Gogh, che mi dicono sia stata acquistata da una banca, che la sta
ristrutturando.
foto gianni quilici |
Riprendo la
macchina e dopo qualche chilometro, ahimè, finisce la strada asfaltata, si
entra in quello che fu una palude vera e propria e che oggi è diventata un’area naturale protetta, l’Oasi WWF del Bottaccio con sentieri che
arrivano a un laghetto pieno di uccelli di vario tipo attraverso prati, boschi,
canneti. Sulla destra una locanda e il ponte che attraversa il rio. La osservo:
è una delle poche zone rimaste quasi incontaminate. Faccio qualche tratto a
piedi. La strada sterrata è in brutte condizioni, come si intravede nella foto,
buche profonde e acquose. Non mi rassegno.
Prendo l’auto e mi inoltro. Niente
da fare. Le buche sono così profonde e la mia auto è così bassa e molleggiata
che rischio di fare qualche danno alla coppa dell’olio.
foto gianni quilici |
Riprendo la strada
verso Porcari. Mi fermo lungo la strada. Sullo sfondo si intravede il palazzo
con l’altana. Sulla destra un campo di granturco tagliato e due capanne con i
rispettivi mandolati. Sul tetto un branco di passeri. Scendo, faccio degli
scatti, salto la fossa, vado nel campo nel centro delle capanne. Aspetto
l’attimo. L’attimo del volo.
Padule, 7 marzo 2015
Nessun commento:
Posta un commento