di Giulietta Isola
“Non trovo il mio posto, pare che non ci sia. Avrei bisogno di tempo. Ma tempo non ne abbiamo. Tutto deve andare avanti, o no?”
Georg e Isabell, giornalista lui, violoncellista in orchestra lei, sono due giovani sereni, sono genitori di Matti di pochi mesi, si apprestano, come tante giovani coppie, a scrivere il loro futuro. Purtroppo niente è così scontato: lei ha messo in pausa la sua carriera, lui si dedica più a redazionali che a grandi reportage, il mondo intorno a loro diventa precario, la responsabilità genitoriale è un peso che evidenzia le asperità della coppia. Non serve il tentativo di Isabel di immaginare altre vite ed altre possibilità, la sua mano trema sul violoncello e l’ansia da palcoscenico la annienta ed anche Georg si ritrova senza un lavoro. Due professioni avviate si sgretolano, nei due aumenta un senso di fallimento e di vergogna, qualsiasi spesa diventa eccessiva e pagare l’affitto diventa difficile quasi quanto accettare l’abbandono di sogni ed abitudini. Si naviga a vista, lei patisce lo stress e si rifugia nel ruolo di madre apprensiva e fin troppo presente, lui fa colloqui per lavori che sminuiscono il suo valore professionale, ma sa che deve accontentarsi e tacitare l’ambizione, calmare l’ansia costante, ridimensionare le prospettive per non soccombere sotto il peso dei conti da pagare. Fastidi sottili e insidiosi, la mancanza di aspettative per il futuro, il costante e pervasivo senso di fallimento li allontana, la loro storia scricchiola.
Sono questi nostri tempi, quelli che stiamo vivendo, dove niente è garantito e per molti la felicità è una chimera, sono anche i tempi in cui coloro che credono di avere la felicità si arroccano su posizioni di incomprensioni e critica e si vantano per i diritti acquisiti, quei diritti che molti giovani vedono solo come un irraggiungibile miraggio.
“I felici” di Bilkau sono due dei nostri giovani, incarnano una parte della generazione chiamata a confrontarsi con precarietà lavorativa, alla quale si collega spesso quella esistenziale. L’autrice Kristin Bilkau, esordiente, ha messo sulla pagina, lucidamente e con grande empatia, i timori, le ansie, le fragilità di una generazione che non mi appartiene, né per età né per incertezze , ma mi sono sentita anch’io incerta frequentando queste vite così umane e reali costrette ogni giorno a fare i conti con le difficoltà. Ma quanto è ardua la strada per la felicità? Forse se lo chiede anche questa traballante coppia, interrogandosi sulla propria situazione in una società dominata da spirito di emulazione e bisogni che sono indotti e non reali, quella stessa società che mette in serio pericolo un legame affettivo che andrebbe invece condiviso.
Consigliato anche a chi non ha più l’età.
KRISTINE BILKAU. I FELICI. KELLER EDITORE
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