28 novembre 2020

"La volpe era già il cacciatore" di Herta Muller

 

di Giulietta   Isola

 “Quel che luccica, vede.”
 
Eccomi qua, di nuovo in compagnia di Herta Muller, risucchiata in una prosa dallo stile che mi è famigliare, ma che ogni volta mi turba e mi mette alla prova , mi devo guadagnare la storia e per farlo devo ripercorrere il trauma della sua vicenda personale e quella della Romania prima della fine del regime del Conducator Nicolae Ceausescu, un tema che Herta riproduce, amplifica, corteggia e declina in tutte le sue opere.
 
 Complicata come sempre la scrittura rapida e grezza per non parlare della trama che si nasconde, va stanata tra mille metafore e straordinarie descrizioni. 
L’autrice si destreggia impeccabile fra sentimenti, parole e storie con pagine dall’atmosfera poetica e struggente che toccano nel profondo, al centro delle quali ci sono vite logorate da una libertà venuta meno, personaggi impantanati nelle loro paure, straordinari quadri di vita vissuta tra povertà, terrore e privazione, la tetra quotidianità in Romania dove “I manganelli di gomma scelgono a caso schiene, teste, gambe. Mitragliette e pistole sono appese a cinghie di cuoio. I poliziotti sono sazi delle botte che hanno dato, i cani sono sazi di abbaiare.” 
 
Un’insegnante, un operaio, un musicista e così via. Adina, Clara, Paul e Pavel sono persone comuni che si trascinano giorno per giorno lungo la vita. La normalità è un travestimento che usano con la luce del giorno, ma c’è qualcuno tra di loro la cui veste resta oscura anche durante il giorno. Non spaventatevi se andare avanti vi sembrerà un’impresa ardua e la pelle di volpe di Adina, la maestrina finita sotto lo sguardo indagatore della Securitate, vi sembrerà metafora e simbolo incongruo, sarebbe poco importante anche se fosse solo una forzatura utile per il meccanismo narrativo, il senso di questa lettura si trova nella lotta corpo a corpo con la paura, con le ombre, con la miseria e l’asservimento. 
 
Muller utilizza eventi e oggetti apparentemente banali per dimostrare le difficili condizioni di vita del popolo rumeno sotto il regime, la sua maestria è strabiliante nel rendere tangibile la rivoluzione rumena del 1989 usando l’uomo comune, non indulge mai in superflui moralismi,il suo universo è soffocante ma permette a noi lettori di vivere appieno la disperazione e la fame che mise in ginocchio la Romania. Poi un giorno tutto finisce, ma i carrarmati sono ancora ovunque e la coda per il pane davanti ai negozi è sempre lunga. Chi era la volpe e chi il cacciatore? 
 
Una lettura difficile e splendida nella sua crudezza , i ricordi autobiografici formano immagini di spietata concretezza, ve la consiglio molto.
 
ll ricciolo sulla fronte luccica. Guarda ogni giorno il paese. Ogni giorno sul giornale la cornice che racchiude l’immagine del dittatore è grande come mezzo tavolo.”
 
HERTA MULLER. LA VOLPE ERA GIA’ IL CACCIATORE.  FELTRINELLI EDITORE

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