di Cristiana Vettori
È incline al gioco Luciano Luciani, come si capisce fin dal titolo, pronto alla battuta e alla sottolineatura dei risvolti paradossali e bizzarri della realtà, quasi che si sentisse erede, lui romano da molti anni residente a Lucca, sia della comicità un po’ caciarona della sua terra d’origine che dell’irriverenza caustica dei “maledetti toscani”.
Sempre misurato, però, il nostro autore: come si conviene a chi può vantare, per diletto e per mestiere, solide letture e frequentazioni dei classici. Comunque viene il sospetto che ci sia qualcosa da esorcizzare dietro tanta sottile ironia e persistente umorismo: in effetti basta andare all’indice per averne conferma.
Il libro è suddiviso in quattro sezioni e le prime tre si intitolano: Paura prima, Paura seconda, Paura terza, dove si parla rispettivamente di Cannibalismo, Contagi e contagiati, Cibo come eccesso. Accidenti se c’è da esorcizzare! L’Autore del resto non lo nasconde: lo dichiara apertamente nell’introduzione il cui titolo è per l’appunto “Sulle paure dentro e su alcuni modi possibili per farci i conti”.
Tuttavia dalla stessa introduzione veniamo a conoscenza di una fondamentale svolta nella vita e nella “ideologia” dello scrittore: “Nell’età matura, mi sono scoperto sempre più amante dell’happy end, di un lieto fine capace di rimettere le cose a posto…”. E infatti la quarta sezione è inaspettatamente intitolata “Speranza quarta – Arrivano i nostri. I medici”, dedicata agli “eroi” della lotta ai contagi e alle malattie “indotte dai discutibili stili di vita degli uomini”, fra cui, come apprendiamo dalla dedica del libro, il figlio stesso dell’autore, Remo, medico in prima linea.
Il libro raccoglie trenta articoli, per lo più apparsi nella rubrica “Le buone notizie” dalla rivista on line “Naturalmente. Fatti e trame delle Scienze”: trenta storie in cui si parla di fatti spesso poco noti, selezionati ai margini della grande Storia, che hanno contribuito a cambiare abitudini, usi e costumi, di uomini e donne. Storie non sempre edificanti – come quelle degli antropofagi antichi e moderni – e talvolta nemmeno tanto profumate – come la storia della cacca, sempre che se ne possa parlare: “se permettete” dice l’autore.
Ma qualche volta anche eroiche, di quell’eroismo non guerriero, ma speso con generosità per alleviare le sofferenze della famiglia umana: quello dei medici di oggi e di ieri, dei ricercatori, che magari il caso ha premiato con scoperte eccezionali e prodigiose, a vantaggio di tutti.
Un fior da fiore davvero appassionante, di quelli che ci possono tenere incollati al libro dall’inizio alla fine – e quanto piacevolmente in tempo di pandemie e di quarantene! – grazie alla finezza di quello sguardo ironico che dicevamo, alla precisione dei riferimenti storici, all’invito a una riflessione leggera ma certo non banale sui fatti della vita. Sicuramente i tempi che stiamo vivendo – l’autore non lo nega – sono stati la spinta a pubblicare questa raccolta come contributo al dibattito attuale e alla riflessione sulla diversa ottica da cui la pandemia ci ha indotto a considerare gli eventi.
Alla fine quello che resta è un moto di ottimismo e di speranza: la fiducia che l’umanità trovi sempre la maniera di ristabilire gli equilibri compromessi, grazie alla creatività, al coraggio, alla determinazione di uomini e donne che ogni giorno si impegnano a sconfiggere la sofferenza, l’ignoranza, la prevaricazione – eroi sconosciuti e spesso dimenticati dalla Storia. Promessa o illusione? Non si sa: ai posteri...
Intanto la gratitudine è sincera e la speranza affidata alla pagina scritta ci restituisce una nuova prospettiva di futuro.
Luciano Luciani, Santo sudicio! Trenta storie tra sporco e pulito, Carmignani Editrice, Santa Croce sull’Arno (Pi), 2020, pp. 166, Euro 12,00
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