di Gianni Quilici
Leggo L’occhio invisibile di James Hadley Chase (1906-1985), scrittore famoso di un centinaio di romanzi gialli, dai quali sono stati realizzati decine di film. Questo romanzo viene raccontato in prima persona da un giovane e brillante giornalista Steve Manson , al quale un magnate californiano affida la direzione di una rivista per fustigare i corrotti della pubblica amministrazione, però ad un patto: la sua vita privata dovrà essere irreprensibile, non provocare mai ombra di scandalo. Non sarà così, e non per responsabilità sua, e il giovane giornalista si troverà al centro di un delitto . . .
E’ un giallo che funziona. Funziona perché James Hadley Chase disegna un protagonista vitale e simpatico con intorno personaggi schizzati ma credibili e soprattutto concepisce quella tensione narrativa, che suscita il desiderio di sapere come andrà a finire, chi sia l’assassino. C’è quindi l’abilità dello scrittore di creare velocità nell’azione, in situazioni rischiose con diversi colpi di scena, tanto è vero che la sua lettura mi ha accompagnato fino a notte tarda.
Cosa manca? Il desiderio di rileggerlo domani o in un futuro più lontano. Perché quello che ti ha dato non potrà più donartelo. Il romanzo, infatti, si esaurisce nel piacere di leggerlo. Nessun personaggio è scavato così profondamente o poeticamente da lasciarti una scia di mistero e di commozione. Anche il linguaggio stesso è piano, funzionale alla storia.
James Hadley Chase. L’occhio invisibile. Il giallo Mondadori.
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