14 novembre 2020

“Chi era Brunero Paoli? “ di Gian Piero Pacini

 

                                                       Brunero Paoli è il primo da sinistra

                      Dopo quel fatidico 8 settembre 1943 numerosi italiani decisero che era l’ora di dire NO e di riappropriarsi del proprio destino. Brunero Paoli era uno di loro. Un figlio del Bastardo, il rione “contro” di Lucca… Una strada oggi porta il suo nome e ricorda il suo sacrificio, ma quanti lucchesi si ricordano ancora di lui?

Chi era Brunero Paoli?

Via Brunero Paoli porta il nome di un giovane partigiano, vittima dell’odio nazista e di una guerra atroce.

Brunero Paoli, nato nel rione del Bastardo il 9 dicembre 1921 lì aveva trascorso la sua vita di ragazzo, finché, appena ventenne, decise di arruolarsi nella Marina Militare. Dopo l’8 settembre anche Brunero, come tanti altri giovani, scelse di unirsi a un gruppo di partigiani che operavano nella provincia di Lucca ed erano guidati da Manrico Ducceschi, nome di battaglia “Pippo”.


La triste estate del ’44

E fu in quella triste estate di guerra del 1944 che un piccolo gruppo di uomini al comando di Alberto Fogli, nome di battaglia “Barbarossa”, ebbe l’incarico di compiere azioni di sabotaggio ai danni dell’esercito tedesco nella zona vicino a Lucca. Ne faceva parte anche Brunero che con gli altri si stabilì sui Monti Pisani in località “Mennorino” nella zona del Compitese. Il giovane venne messo a guardia di un punto di probabile accesso, un punto strategico che avrebbe visto il passaggio del nemico. Il ragazzo, per non dare nell’occhio, era disarmato e se ne stava di vedetta, all’erta, per non perdere alcun tipo di segnale. Ma, guidati da una spia locale i tedeschi assaltarono con violenza la formazione partigiana e presero alle spalle Brunero che non ebbe il tempo di dare l’allarme. Dalla relazione di Barbarossa si legge: “…una spia ci vendé ai tedeschi e mentre quattro soli di noi erano al distaccamento fummo sorpresi ed attaccati dai tedeschi. Ci difendemmo strenuamente per un’ora e mezzo ma alfine dovemmo abbandonare la posizione per la mancanza di munizioni ed anche per il preponderante numero avversario; ciò però ci intimoriva poco perché eravamo disposti a farci ammazzare prima di cedere qualora le munizioni fossero venute meno. Fummo inseguiti a colpi di mitraglia, un ferito e un prigioniero da parte nostra, otto feriti, cinque morti da parte tedesca. 

Il partigiano Brunero Paoli fu preso alle spalle poiché chi conduceva i tedeschi era a conoscenza del luogo della sentinella e perciò percorsero sentieri da capre solo noti a chi era del luogo. Ci risulta che il suddetto partigiano dopo una settimana di atroci torture è stato giustiziato. I compagni chiedono vendetta!!!”. Il piccolo gruppo cercò di difendersi strenuamente ma finite le munizioni dovette cedere la posizione e trovare rifugio in un primo momento nella casa Montauti, poi nei vari ospedali di zona fino all’ultimo rifugio che diventò il triste epilogo della loro giovane vita: la Certosa di Farneta. In quel luogo monastico ebbero la protezione e l’accoglienza generosa dei frati fino a quella tragica mattina quando la mano omicida dei nazisti fece scempio di chiunque si trovasse lì rifugiato. Ricordiamo tra gli altri due partigiani per tanto, troppo tempo, dimenticati: Alberto Fogli e Guido Pracchia.

La giovane vita di Brunero Paoli si concluse in quel caldo luglio del ’44, il 28 del mese, tra la campagna calda e sonnacchiosa dell’estate, in località Fabbrica, nel Compitese.

Il rione del Bastardo, chiese e ottenne l'intitolazione a Brunero Paoli Patriota della strada dove era nato sostituendo la denominazione di Via della Fossaccia. Qualche anno fa, l'ANPI, ha voluto ricordare questo suo figlio con una giornata dedicata a lui, alla sua storia e alla storia di tutti gli altri dimenticati dalla memoria ufficiale. alle istituzioni e alle associazioni deputate la raccomandazione a tenere viva la memoria della Resistenza e dei suoi combattenti caduti per evitare di ammalarsi di quelle brutte malattie che si chiamano dimenticanza e parziale trasmissione della realtà storica

 

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