di Giulietta Isola
“Prendiamo la persona con cui più abbiamo confidenza in vita nostra – nostra moglie, nostro marito, qualcuno con cui abbiamo vissuto per venti o quarant’anni, dormendo ogni sera nello stesso letto, scambiandoci gli odori, confessandoci le nostre paure più profonde. Quanto veramente sappiamo di lui o di lei? Quanta parte dei nostri pensieri sappiamo veramente condividere?”
Lotto e Mathilde sono due ragazzi splendidi e invidiabili pieni di talento e determinazione, lui alto e ricco, lei bionda ed elegante. Si sono conosciuti ad una festa e sposati dopo quindici giorni, hanno tutta la vita davanti e saranno una coppia indistruttibile. Lotto è un testardo ottimista , un sognatore o forse un depresso che ancora spera, ossessivo in tutto, amici, sesso, lavoro e bevute. Mathilde, una principessa di ghiaccio, è bella, silenziosa, austera, partecipa in silenzio ai successi artistici del marito drammaturgo e ne sopporta il narcisismo. Si desiderano e sono sensuali, sono forti assieme, sfrontati, solidali, inseparabili. Non si tradiscono mai, appena stanno lontani, sanno come ritrovarsi semplicemente spogliandosi e buttandosi sul letto; i loro corpi sono sempre più saggi di loro.
Fato e Furia è la storia di un matrimonio, la storia di Lotto e Mathilde che sognano di invecchiare insieme, ricordare, ridere, cenare fra le immutabili e rassicuranti mura domestiche, tutto apparentemente troppo semplice. Una vita insieme, matrimonio o no, non è solo sesso, sole e spiaggia, è anche bugie, magari innocue, piccole omissioni, frammenti di buio, cose non dette e, fra i due, la più attenta a non dire è Mathilde.
Nella prima prima parte lei racconta il mondo secondo Lotto, poi ribalta il suo racconto e ci fornisce il suo punto di vista di personaggio volitivo, sensibile e impenetrabile, da voce all’inconfessabile e svela una furia sorprendente.
Fato e Furia non segue una costruzione lineare, salta nel tempo avanti ed indietro, la voce di chi narra se ne sta all’angolo e ogni tanto compare chiusa fra due parentesi quadre ironica, immediata, ricca di poesia.
La scrittura di Lauren Groff evoca , ma non dice fino in fondo, fa piuttosto vedere e sentire, è dotata di una impressionante capacità narrativa nel tratteggiare i suoi protagonisti fra pubblico e privato, sempre uguali a loro stessi e sempre diversi, cela , dietro una luminosa vita di coppia, una trama intricata ed oscura , le sue voci piene di contraddizioni ricordano la complicata bellezza dell’essere umano.
Pregevole la traduzione di Tommaso Pincio, consigliato.
“Ora la vita dimostrava di avere una forma diversa, equivalente e opposta alla prima. [Complessa la nostra Mathilde; capace di contenere contraddizioni.] Ora la forma della sua vita pareva essere: più grande di, spazio bianco, meno di.”
LAUREN GROFF. FATO E FURIA. BOMPIANI EDITORE
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