16 gennaio 2023

“Il bambino che aspetta” foto di Bert Hardy

 


di Gianni Quilici

       Uno scatto che attira immediatamente e colpisce per quel sentimento protettivo nei confronti del bambino (o bambina che sia).

      Perché è piccolo, solo (nella foto almeno), grazioso, indifeso, poggiato ad un muro di un bianco sporco in contrasto con il vestito scuro e modesto,  gli occhi forse un po’ preoccupati, che guardano ciò che non vediamo e le mani posate all’altezza, diciamo, del cuore.

     Immaginiamo che Bert Hardy avesse escluso dall’inquadratura lo sfondo, lasciando soltanto muro e bambino. Sarebbe stato comunque uno scatto poetico, ma più povero. L’asfalto con il marciapiede bagnato, la linea di fuga delle case solide, plumbee, disuguali con tetti spioventi, il cielo di un color cenerino uniforme senza alcun orizzonte allargano lo spazio sociale e metaforico, soprattutto si armonizzano  all’immagine del fanciullo, tanto che si potrebbe presagire, andando oltre la foto e ideologizzandola,  che il fanciullo stia aspettando Godot. Che non ci saranno orizzonti di futuro.

 

Albert Hardy (1913-!995), meglio noto come Bert,  è stato un noto fotografo documentarista inglese, definito da molti critici come il narratore del popolo britannico, per averne raccontato tramite le sue immagini il periodo a cavallo della seconda guerra mondiale.

 

 

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