11 gennaio 2023

"Noi ragazzi dell'idrolitina" di Eugenio Baronti

 


Un libro di Eugenio Baronti ripercorre sessant’anni di storia italiana

I ragazzi dell’Idrolitina che diedero l’assalto al cielo

di Luciano Luciani

       Si dice deluso e amareggiato, Vittorio, il protagonista del libro Noi ragazzi dell’idrolitina scritto da Eugenio Baronti, una vera e propria scrittura autobiografica sotto mentite, e riconoscibilissime, spoglie. Pagine in cui l’Autore, storico esponente lucchese della Nuova Sinistra in Toscana e non solo, realizza una lunga carrellata che, come recita il sottotitolo del volume, racconta “l’Italia degli ultimi sessant’anni”. 

       E lo fa da un particolarissimo punto di vista geografico. Infatti, Baronti, fedele all’affermazione tolstoiana secondo la quale “se vuoi essere universale, racconta il tuo villaggio”, espone la storia del nostro Paese nella seconda metà del secolo scorso nelle sue radicali trasformazioni economiche, politiche, culturali, di mentalità, muovendo non da Roma, né Milano e neppure Firenze, ma da Lammari, frazione di Capannori, un tempo uno tra i Comuni rurali territorialmente più estesi d’Italia. 

       Così, nella narrazione di Vittorio-Eugenio, incontriamo, ben raccontata e non priva di più di una punta di nostalgia, l’agonia del mondo rurale e l’irruzione di più complesse culture e nuove sensibilità in un tumultuoso, e a volte torbido, processo che ridefinisce geografie produttive e sociali. Sotto un impulso inarrestabile e tra non poche tensioni, l’Italia cambia: non solo nei modi di produrre e consumare, ma anche di vivere il presente e di progettare il futuro. Di sognare. 

       Sono gli anni del cosiddetto “miracolo economico” che non risparmia, ovviamente, la piccola comunità lammarese. In un breve volgere d’anni quel lembo di Toscana conosce l’arrivo della luce elettrica e della televisione, dei servizi igienici e del frigorifero, mentre la scuola media unica apre le porte dell’istruzione anche ai figli delle famiglie che ne erano state storicamente escluse. Anche qui non tengono più i vecchi orizzonti mentali e una nuova cultura inizia a contendere alla Chiesa il monopolio delle coscienze e i comportamenti privati e collettivi si fanno più laici e liberi: anche Lammari, remoto borgo della Piana lucchese, inizia a vivere più da presso il respiro del mondo. E se nuove ingiustizie si aggiungono alle antiche, prende vigore, però, anche una molteplicità di originali percorsi personali di liberazione sul lavoro, nella scuola, nella famiglia… 

        Mentre nel Paese gli equilibri politici registrano una nuova formula chiamata centro-sinistra, nella società civile si fanno strada nuove forme di protagonismo collettivo solo in parte legate alle organizzazioni di massa emerse dal dopoguerra: siamo agli esordi del lungo ’68 italiano destinato a durare per ben due lustri. Ed è su questi scenari, uno grande nazionale, l’altro più piccolo, paesano, che Vittorio, prima bambino, poi adolescente, quindi adulto conduce la sua esistenza. Prima ribelle in famiglia e in parrocchia, quindi militante politico a tutto tondo, libertario e movimentista, generoso e determinato a organizzare nel suo paese, a Lammari, una presenza politica a sinistra del Partito comunista, percepito da lui e da molti suoi coetanei come inadeguato a costruire in Italia una vera alternativa alla Democrazia cristiana e ai suoi alleati, tutti infeudati agli Usa e ai padroni di Confindustria. E dai giorni della solidarietà al Cile democratico di Salvador Allende, costretto in ginocchio dal macellaio Pinochet, Vittorio-Eugenio non si fermerà più: promotore di innumerevoli iniziative, pacifiste, ambientaliste, culturali, conoscerà il lavoro più strettamente politico dentro e fuori i piccoli partiti della Nuova Sinistra, dentro e fuori le istituzioni. 

         Un bilancio dopo mezzo secolo? Certo, oggi “per la prima volta, i figli vedono un marcato peggioramento delle loro condizioni di vita e di lavoro rispetto a quelle dei loro genitori e la regressione sociale culturale è sempre più evidente”, ma Vittorio non si arrende ed Eugenio, memore della lezione di “quella generazione che ha avuto la forza e il coraggio di ribellarsi”, nemmeno.

 Eugenio Baronti, Noi ragazzi dell’idrolitina. Vivere l’Italia degli ultimi sessant’anni. Percorsi individuali di liberazione, Carmignani Editrice, Staffoli (Pi), 2022, pp. 326, Euro 16,00

 

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