17 febbraio 2021

"Inverno" di Ali Smithi

 

di Giulietta Isola
 “L’amore era morto. La morte era morta. Erano morte un bel po’ di cose.”

     Ali Smith 58 anni, scozzese, scrittrice, segni particolari straniante e sfuggente. Se questi per molti sono difetti, non lo sono per me che considero la lettura sfida e possibilità di esplorazione. Mi capita spesso di leggere libri che richiedono la massima concentrazione vuoi per una narrazione che cambia forma sotto i miei occhi vuoi per una penna particolarmente brillante ed acuta, in questi casi, molto frequentemente, fatica e sforzo sono degni di essere affrontati perché il premio sarà quasi sicuramente una grande soddisfazione.

 La bravura di Ali sta nel raccontare il tempo presente da una prospettiva profonda, nell’abilità di inserire nelle opere di fiction temi come la Brexit, il cambiamento climatico, il MeToo e i centri di detenzione per immigrati, rendendoli parte integrante delle vite dei suoi personaggi senza trasformarli in compiacenti forzature.

 Inverno è il secondo libro della tetralogia delle stagioni di Ali, decisamente più enigmatico e misterioso di Autunno, da lei stessa definito “quel tipo di musica che ci tocca profondamente perché insiste sul tema della solitudine e allo stesso tempo su quello dello stare insieme”, parole adattissime per descrivere un’opera nella quale il quadro completo non sarà chiaro nemmeno alla fine, cosa fare allora?

 Io mi sono affidata all’intuito senza pensare troppo, ho lasciato che parole , sensazioni e sentimenti decantassero, si depositassero e non ho preteso di farmi un’idea precisa, mi sono concentrata sul grande tema del tempo, il protagonista che distrae dalla realtà. E’ un tempo irreale che si espande, sparisce e ritorna nel corso del racconto di quella unica giornata, la vigilia di Natale, che racchiude solitudine e conversazione .

 Conversazione tra sorelle molto diverse che rivelano conflitti e desideri proiettati l’una sull’altra: Sophie è un’imprenditrice di successo ormai in pensione che parla con una testa di bambino/a fluttuante senza corpo e senza identità e Iris sessantottina, cittadina del mondo, donna di protesta e controcultura. Alla festa di Natale è invitato anche Arthur/Art, figlio di Sophie, collaboratore della SA4A e gestore di un blog sulla natura, accompagnato da Lux, una finta fidanzata , chiamata ad impersonare la vera, Charlotte. Lux è una ventenne piena di piercing, una sbandata apparentemente anche poco istruita che si rivelerà un elemento centrale, decisivo, forse il personaggio più riuscito del romanzo, non ha nessun rapporto con gli altri personaggi presenti, ma fungerà da elemento di raccordo e di straniamento. La vigilia di Natale tutti si ritroveranno intorno allo stesso tavolo a passare il tempo tra il ricordo, l’immaginazione e l’attualità in percorsi che si accavallano e si mischiano tra pubblico e privato, passato e presente: la Brexit, il clima. Internet, i social, i migranti.

 Temi sociali importanti che Ali sfrutta per capire come si trasforma l’essere umano sotto la pressione di certi eventi, soprattutto gli inglesi che negli anni successivi alla Brexit sono precipitati “ in un inferno incredulo” per risalire poi in “un limbo a volte autocompiaciuto”. Ali non racconta linearmente, scompone e ricompone, si diverte e riflette, usa una scrittura essenziale, dice tanto usando meno parole possibili, con virtuosismo spezza pensieri e parole, è realista e come sempre si oppone alle convenzioni.

 

Ali Smith in questo “Inverno”, dissacrante ed assurdo, dà grande prova di talento e si conferma fra le mie scrittrici preferite, una di quelle che non pretendo di comprendere completamente. Pregevole la traduzione di Federica Aceto. Libro consigliato.

 

INVERNO di ALI SMITH EDIZIONI SUR

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