di Rosanna Valentina Lo Bello
Un libro bello
in tutti i sensi
Sinuoso nella sua sottile poeticita'
Libero nella voglia di sperimentare tutti gli spazi mentali
Profondo nello scavare il corpo partendo dalla superficie epidermica
Leggero nel ritmo della scrittura
Ironico sensibile e ambiguo nell'io narrante...che crea un'inevitabile legame con chi legge e quella voglia di continuare a leggerlo oltre il punto finale.
Particolare
ve lo consiglio.
"Non so se questo è un lieto fine, ma eccoci nella piena libertà dei campi"
Così Jeanette Winterson conclude il suo libro Scritto sul corpo (1992) con cui si è imposta in Italia tra le migliori scrittrici internazionali.E' un romanzo d'amore dove la trama diventa secondaria perché c'è un gioco ambiguo sulla sessualità dell'io narrante che coinvolge il lettore rendendo veramente particolare questo libro di 202 pagine.
E' un urlo all'amore a 360 gradi dove l'io narrante, parlando contemporaneamente al maschile e al femminile,crea un sentito caos emozionale che non procurerà confusione bensì apertura mentale perché l'amore non ha sesso.
Non avrete tempo per distrarvi con l'oggetto del romanzo Louise né tantomeno con i veri protagonisti che sono i sentimenti dell'amore: quello viscerale,
carnale,
sensuale,
perverso,
passionale,
possessivo,
bruciante,
poetico.
Interessante anche quando il corpo diventa la proiezione del tormento dell'anima.
Le parole scelte sono la forza del libro con un egregio uso del linguaggio vivo e palpitante.
Questo è un romanzo da sorseggiare,una storia da consumare lentamente e così assaporare una prosa che diventa pura poesia.
"Perché è la perdita la misura dell'amore?"
chiede all'inizio del suo libro la Winterson.
Jeanette Winterson. Scritto sul corpo. Traduzione di Giovanna Marrone. Mondadori
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