di Giulietta Isola
“Perché il tempo può scorrere placidamente
verso l’eterno lasciando comunque immutati
gli impulsi e le passioni di certi uomini.”
Edna O’Brien conosce profondamente i “mali” ancestrali della sua gente, ne percepisce tutta la portata e tutta la sconvolgente potenza, lo dimostra anche in questo romanzo. “Un feroce dicembre” racconta una storia di rancori insanabili e istinti irrefrenabili , una storia che ripercorre gesta sempre identiche, replicate nei decenni o nei secoli, ci racconta quelle peculiarità tipicamente “irlandesi” come il senso di claustrofobia di un luogo, il morboso attaccamento alla terra ed alle tradizioni, la paura dell’annientamento, della fame e delle novità, un quadro desolante nel quale sopravvivono solo i legami famigliari.
Un’ Irlanda impietosa e ruvida sempre prodiga di sofferenza con i suoi abitanti. Cloontha è un luogo immutabile, nulla è veramente intriso di bellezza e gioia, i suoi abitanti, forgiati da una terra dura e antica fatta di campi sassosi e paludi, sono ancorati alla loro origine ed allo scorrere implacabile delle stagioni.
Gente spaventata ed allarmata da qualsiasi novità come l’arrivo di Michael Bugler, uno straniero che però tale non è, o meglio lo è stato nel tempo in cui ha vissuto in Australia, ove si è sentito straniero in terra straniera. Il suo ritorno nella terra di origine per lavorare e far fruttare la terra dei suoi avi rappresenta un ritorno a casa, eppure, per i molti che non hanno mai lasciato il Paese, rimarrà sempre un estraneo.
Joseph Brennan è fra questi, egli crede che la sua fedeltà ai luoghi garantisca più diritti rispetto al nuovo arrivato e legittimi la sua autorità. La sua terra confina con quella di Michael e, a volte, le due proprietà sconfinano l’una nell’altra. I Brennan e i Bugler sono da sempre storicamente nemici e Michael, “il forestiero”, è la novità, ha il fascino di chi porta l’innovazione, la sfida, il cambiamento, tutte doti molto attraenti per Breege, la sorella di Joseph, che se ne invaghisce, ma rimane prigioniera dell’odio del fratello nei confronti di Bugler e della minaccia che per lui rappresenta.
Edna O’Brien ,con una scrittura nervosa e aspra, racconta una vicenda sospesa nel tempo, siamo nel XX secolo, ci sono televisori, telefoni, auto, trattori e aerei , ma la mentalità chiusa della gente assieme alla descrizione delle fattorie e del duro lavoro nei campi proiettano la storia nel passato, i personaggi sembrano emergere da un’epoca cupa e arcaica e l’autrice, esperta conoscitrice del cuore umano, descrive le emozioni e le pulsioni umane, le scene di violenza ed i momenti di passione, il bene e il male, il peccato e la redenzione, l’antagonismo profondo e radicato e le bassezze dell’animo umano.
Dominare, utilizzare il sesso come mezzo per ottenere beni materiali, la violenza, il pettegolezzo crudele, la malignità e quella chiusura mentale che impedisce una visione chiara e lucida pervadono le pagine passionali, cupe e selvagge , la stessa natura sembra crudele e insensibile: il muggito delle mucche è straziante, la durezza della terra spezza le schiene e il freddo della notte entra feroce nelle ossa.
Una bella lettura che consiglio e mai titolo fu più adeguato ai tempi.
UN FEROCE DICEMBRE di EDNA O’ BRIEN EINAUDI EDIZIONI
Nessun commento:
Posta un commento