23 febbraio 2021

“Parole raccolte” di Giampaolo Giampaoli

 

di Gianni Quilici

Il titolo “Parole raccolte” mi piace. Dà il senso di una meditazione, di un lavorio poetico faticoso, che tuttavia si scalda nel suo “immaginare emozioni”

Così la copertina, che richiama il titolo stesso, una pittura, “Novembre”, di Antonio Fontanesi del 1864, un’immagine di solitario crepuscolare raccoglimento.

E però non mi sono sentito pronto per una recensione del libro, di cui ho apprezzato la  prefazione motivata e acuta di  Caterina Trombetta.

Per dare il senso del poetare di Giampaolo Giampaoli ho scelto, invece, di provare a interpretare una delle sue poesie, individuando, tra le tante possibili , Equilibri, i cui primi versi si ritrovano anche nel retro di copertina.

Equilibri

Ripercorro i giorni

In brevi sequenze,

ideali impietosi e severi

mi impongono di colmare

la consistenza del vuoto.

Stare loro vicino, lontano

dai fluidi della materia

li biasimo solo se

dimentico di guardarli

nell’invisibile essenza,

energia che concede equilibrio

a ogni lineamento della natura.

Cerchiamo di capirla. Il poeta ripercorre i giorni trascorsi sezionandoli in brevi sequenze, ma questi messi a confronto con la sua coscienza ( gli ideali, i valori),  impietosa e severa, gli impongono di colmare (oggi) ciò che definisce “la consistenza del vuoto” e che immagino  sia quei tempi morti che inevitabilmente dimentichiamo, come se non li avessimo mai vissuti.

Prima riflessione: poesia introspettiva dove il sentimento è dentro la materia del pensiero stesso. In altri termini la poesia di Giampaoli non nasce dall’immediatezza del cuore, ma nel cuore mediato, però, dalla riflessione stessa..

E continua con dei versi non chiaramente definibili,  che sottolineano la necessità di guardarli (i giorni) vicini alla loro essenza, invisibili, perché tali sono gli ideali, lontani dai fluidi della materia ( la società odierna, si potrebbe immaginare, felicemente sintetizzata da Bauman come “liquida”), perché soltanto in questo modo si conquista la vitalità (energia) che dà quell’equilibrio ( conoscenza di sé, salute psichica) verso ogni elemento della natura.

E’ una poesia pensante, in cui leggo, ma potrei sbagliarmi, un vivo senso morale, quel “dover essere” che non ci riduca a macchine automatizzate. E tutto quanto si accompagna a una cadenza ritmica implicita con alcuni enjambement e una sua perentoria solennità. La prova? Basta leggere questi versi con jl tono giusto, comprendendo il senso di ciò che si legge per sentirne la fluidità.

Giampaolo Giampaoli. Parole raccolte.  Sillabe di sale editore. Pag. 76. Euro 14,00  

 

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