18 febbraio 2021

“L’amore non violento” di Carla Rosco

 


di Gianni Quilici

        Ho letto il libro di racconti “L’amore nonviolento di Carla Rosco, cercando di avere l’occhio del sociologo, avendo giustamente inteso ciò che la stessa presentazione faceva balenare: l’amore o il desiderio di esso nelle decine  di possibili articolazioni e sfumature che esso può assumere. 

        Mi sarebbe piaciuto accompagnare, infatti, a considerazioni critiche di carattere estetico  un ragionamento sociologico sull’amore di oggi, meglio le sue difficoltà. Non è detto che ciò non sia possibile, ma avrei dovuto leggere il libro con foglio e penna in mano e ragionarci ogni volta,  come se i racconti stessi potessero essere ingabbiati, mentre invece sono stato trascinato da ciò che mi suscita la letteratura, in questo caso, la poesia dei sentimenti, la loro forza, o meno, nella rappresentazione.

        L’impressione che  mi hanno suscitato è questa: nessun racconto è banale o scontato, perché c’è uno sguardo sui rapporti di coppia sempre sottile. La sottigliezza nasce da personaggi pensanti, che delineano contraddizioni anche implicite  attraverso dialoghi sostanziosi. Penso a “La via della luce”, “L’angolo”, “La favola belle”.  E tuttavia alcuni di questi racconti,  per esempio “Come la primavera”, “La bella Antonietta ”, ho pensato che avrebbero potuto benissimo diventare racconti lunghi .

         Ho posto alcune domande all’autrice, che vive a Brescia, ma si sposta molto spesso in Toscana,  e che  ha al suo attivo un romanzo La casa a rotelle, e tre libri di poesia Affamati di senso, Lampi di un cielo profondo e Aria di mare, aria di vento.   

        Come nascono questi racconti? Nel corso del tempo o in un periodo relativamente breve? Hanno una loro storia?      In un periodo relativamente breve, qualche anno, con alcune eccezioni. Ho sempre avuto interesse ad indagare i rapporti sentimentali, che tanto condizionano la nostra possibilità di essere sereni. Negli ultimi anni mi sono impegnata a creare una raccolta. Con amore.

       Ami la forma racconto?      Amo la forma racconto, come amo la poesia. Mi piace la sintesi, l’essenzialità. Mi piacciono i libri piccoli che si possono tenere facilmente in mano.

        La copertina che ne simbolizza bene il titolo è tua. Ti diletti di disegno, anche?      Si. Non so disegnare in senso stretto. So usare la linea, in genere velocemente, emozionalmente.

         Si intuisce nei racconti un’idea forte su cosa dovrebbe essere l’amore e la difficoltà a viverlo nella società del consumo e del virtuale. Ci sono romanzieri, scrittrici, pensatori o pensatrici che ti hanno, in modi magari diversi, stimolato o influenzato?        Fra gli scrittori di racconti mi piace moltissimo Cechov, poi Carver, Grace Paley. Fra i pensatori amo Buddha, il suo interesse a rendere la vita umana meno dolorosa e nonviolenta.

         C’è un racconto che hai avuto la tentazione o il pensiero di romanzare? No, nessuna tentazione di romanzo; certo alcuni racconti potevano essere facilmente più lunghi.

         Se tu dovessi fare un film corto su questi racconti, quale sceglieresti e perché?       Forse sceglierei l’Angolo per farlo diventare un corto alla francese: dialoghi vivaci e primi piani che non si dimenticano.

        Due amori vivi che trapelano da sfondo nei racconti sono il mare e la casa. E’ un’impressione giusta?     Senz’altro il mare. Anche la casa, casa dolce casa, dove si legge e si scrive.

 Carla Rosco. L’amore nonviolento. Pag. 127. Giovane Holden. Euro 13,00. con E-book

 

 

 

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