12 marzo 2021

“Homo sum” di Maurizio Bettini

 


di Carla Rosco

 Scrive Maurizio Bettini nel suo libro “Homo sum - Essere ‘umani’ nel mondo antico”: “Come si sa,l’Articolo 13 della Dichiarazione dei diritti umani del 1948 sancisce che ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato ... Ebbene, per gli antichi questo “diritto umano” alla migrazione suonava piuttosto come un dovere di protezione e rispetto nei confronti di stranieri e migranti, sancito da Zeus Xenios: il dio che scatena la propria ira tremenda su chi non aiuta gli stranieri venerabili”.

       Sembra allora che se noi oggi parliamo di diritti umani, gli antichi parlavano piuttosto di doveri umani.

    Seneca, in una delle sue Lettere a Lucilio si pone il problema di come ci si deve comportare nei confronti degli uomini: è fonte di grande lode se l’uomo è benevolo verso un altro uomo, la natura ha instillato dentro di noi un amore reciproco e ci ha fatto socievoli, le nostre mani siano semprepronte a soccorrere i bisognosi. Nella visione stoica di Seneca si parla esplicitamente di salvare la vita ai naufraghi. Del resto lo stoicismo, nel panorama del pensiero antico, è il passaggio più signifi-cativo verso la creazione di una relazione “umana” tra gli uomini: non esistono tante e diverse polis, ma una sola polis, quella abitata dagli uomini.

     Il libro di Maurizio Bettini comincia con un’episodio dell’Eneide, quando i Troiani diretti in Italia fanno nau-fragio sulle coste di Cartagine (nei pressi dell’odierna Tunisi, nel canale di Sicilia). La regina Di-done li accoglie in nome dell’umanità e del rispetto degli dei, le frontiere si chiudono di fronte agli aggressori, non ai naufraghi.

     E Bettini commenta: “Ci sono troppi dispersi nel mare che fu di Virgilio, troppi cadaveri che flut-tuano a mezz’acqua perché quei versi si possano ancora leggere solo come poesia. Sono diventati cronaca”.

     L’autore ci tiene a ricordarci che è meglio non contare sull’impunità per certi comportamenti di ri-fiuto o indifferenza, poiché la Storia con i suoi ritorni, le sue ripercussioni può farsi valere attraver-so mille imprevedibili vie. Un forte richiamo alla responsabilità, al dovere di essere solidali, come si ricorda in una delle epigrafi all’inizio del libro, attraverso le parole di Eschilo: “C’è bisogno di un pensiero profondo, salvifico, che s’immerga nell’abisso come un tuffatore dallo sguardo limpido,sgombro dall’ebbrezza del vino ...” (da Le supplici).

     E certo di molte cose inutili e nocive possiamo essere ebbri fino a diventare irresponsabili.

 Molto ricco e interessante questo breve libro di 125 pagine, articolato in 16 capitoli con un prologo e un epilogo. (Einaudi 2019, euro 12)

 L’autore, Maurizio Bettini, classicista e scrittore, insegna filologia classica all’Università di Siena.Per Einaudi dirige la collana “Mythologica”.

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