di Rosanna Valentina Lo Bello
Lo scrittore iappone Arto Paasilinna (1942/2018) scrive questo libro nel 1975 e 19 anni dopo lo pubblica in Italia vincendo il premio letterario Giuseppe Acerbi (1994).
Autore cult in Finlandia,tradotto in quasi 50 lingue con più di 30 romanzi, anche se la letteratura e critica scandinava riconosce i suoi meriti tardivamente. Giornalista, guardaboschi, collaboratore radio-tv,inventore, pittore,poeta.
Infatti, sin dall'inizio le sue descrizioni dipingono quadri poetici:"Su una collinetta illuminata dal sole un leprotto tentava i suoi primi balzi e,nell' ebbrezza dell' aria estiva, si era fermato di colpo in mezzo alla strada, ritto sulle zampe posteriori il disco rosso del sole lo incorniciava come un quadro."
È un libro in movimento perché indica un viaggio fuori e dentro se stessi.
Il protagonista Vatanen (giornalista) sta ritornando dal lavoro in macchina con il suo amico fotografo alla guida. Quest'ultimo, a causa del sole al tramonto, investe un leprotto che, pur ferito alla zampa, riscappa all'interno del bosco. Vatanen, sceso dalla macchina, lo insegue e,quando lo trova:" La lepre nascondeva la testa fra le zampette anteriori,il cuore le batteva così forte da farle tremare le orecchie", decide di fregarsenedell' amico e sparisce addentrandosi con la lepre nel bosco.
Questo è un punto fondamentale della storia perché tutto ha inizio da qui, da questo quadro di grande tenerezza e delicata poesia.
Dentro uno stile veloce ma nello stesso tempo chiaro, divertente e surreale Vatanen e la sua lepre affrontano molteplici avventure insieme, senza alcuna meta e tempo.
Viene esaltato lo spirito finnico dell'autore che consiste nell' essere semplici, genuini,schietti e naif verso la vita. Il tutto avvolto da un forte humour tipicamente finlandese, che racconta ridendo anche la tragicità delle storie.
La grande capacità di Arto Paasilinna è quella di riuscire ad affiancare il lettore ai due protagonisti (Vatanen e la lepre) che ci fanno vedere e vivere i bei paesaggi della Finlandia da nord a sud dentro le loro esilaranti e paradossali avventure.
Vatanen in pratica abbandona la moglie, la civiltà e sceglie questo viaggio iniziatico verso la libertà da tutto e da tutti (chi fra noi non l'ha mai pensato?). In particolare mi hanno colpito le sue avventure con un corvo ai limiti di una scaltra gara di ingegno; e quelle relative all'inseguimento di un orso che poi riesce ad uccidere in territorio sovietico...
"Il grande orso si affloscio' sul ghiaccio non ci fu bisogno di una seconda pallottola. Poi si sedette su quel corpo enorme e si accese una sigaretta, l'ultima. Piangeva,non sapeva perché ma non poteva trattenere le lacrime,carezzava la pelliccia dell'orso, carezzava la lepre,che se ne stava rannicchiata ad occhi chiusi nello zaino..".
Un altro quadro pittorico, poetico,crudele,tenero.
Un libro ricco di significati, perché tocca con determinata sensibilità e ricchezza concettuale tanti temi della vita: il rapporto uomo natura, la solitudine umana, la difesa dell'ambiente e della vita naturale, la politica.
Non svelo il finale che è molto particolare.
L'anno della lepre rientra nel genere nuovo umoristico ecologico. Non è la semplice storia di un vagabondaggio di un uomo e una lepre. Non è un romanzo. Non è una banale favola. Non è una semplice novella. Non è un libro per tutti.
È un inno alla libertà, alla gioia delle scelte consapevoli.
Sono stati tratti ben due film (nel 1977 da R.Jarva e nel 2006 da M. Riviere).
Questo libro così garbato, intelligente, divertente riempie l'animo di fine tenerezza e fa desiderare la conoscenza dei paesi nordici.
Questo libro è una carezza. Lunga almeno un anno.
L' ANNO DELLA LEPRE di Arto Paasilinna. Traduzione Ernesto Boella. Iperborea.
Nessun commento:
Posta un commento